Il concetto di economia blu è nato negli anni 1990 e avviato da Gunter Pauli. Questo tipo di economia mira a non produrre sostanze inquinanti che distruggono il nostro ambiente e la natura. Oggigiorno, il modello di business produce grandi quantità di rifiuti che sono elementi perturbatori per la nostra natura. Giustamente, il concetto dell’economia blu che è molto semplice, inspirandosi alla biomimesi: studiare come funziona la natura per non sprecare niente e poi trasformare i rifiuti in materie prime. Per questo, si usano nuove tecniche per migliorare ciò che esistano già. Andiamo a vedere in dettagli il funzionamento dell’economia blu.
Un concetto dove nulla è sprecato
Questo nuovo modello di economia si rivela come un business sostenibile. Il concetto dove nulla è sprecato e tutto è trasformato può generare effettivamente un impatto positivo per la nostra natura. Un concetto a lungo termine che protegge nostro ambiente e preservare il nostro pianeta. L’economia blu mira a rivoluzionare le attività economiche legate al mare, ad esempio il trasporto marittimo oppure la pesca. In questo senso, è un concetto che propone delle nuove soluzioni per le attività come la pesca, l’industria della trasformazione alimentare e il turismo costiero. Questo progetto riguarda la realizzazione di un fondo dalla Commissione europea, per un investimento in nuovi tecnologie, mercati e anche servizi marittimi.
I vantaggi dell’economia blu
Le opportunità dell’economia blu sono diversi e mirano ad aumentare l’offerta di posti di lavoro e proporre lavori ai giovani. L’economia blu tende anche di ridurre le emissioni di carbonio che danneggia l’ambiente e soprattutto la nostra salute. Oltre a questo, il concetto permette ad assicurare che gli ecosistemi marini siano sempre salvaguardati e sani. Inoltre, è stato dimostrato che l’economia blu è anche un modo per resistere alla crisi finanziaria. Cosi, l’economia blu può essere anche una fonte di sviluppo non trascurabile per un paese.